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Vulnerabilità software sfruttata per il riscatto di bitcoin

vulnerabilità software

Ieri i mass media hanno erroneamente parlato di un attacco hacker, ma in realtà si tratta di una vulnerabilità di un software utilizzato in alcuni server che è stata sfruttata da un gruppo di criminali informatici. Questi criminali hanno crittografato i file presenti nei server colpiti e hanno chiesto un riscatto di 2 bitcoin per ogni server compromesso, ovvero circa 46.000 euro.

La vulnerabilità in questione era nota da tempo, ma ignorata da chi gestiva i server colpiti. Sarebbe bastato aggiornare il software per evitare l'attacco, ma purtroppo questo non è stato fatto. I criminali hanno quindi potuto posizionare il loro "virus" nei server e aspettare il momento giusto per attivarlo da remoto.

L'attacco ha colpito circa 2300 server in tutto il mondo, di cui solo 20 sul territorio italiano. Tuttavia, non si tratta di un attacco alla nazione in sé, ma piuttosto di una vulnerabilità software non correttamente gestita.

Le autorità competenti stanno lavorando per individuare i responsabili di questo attacco e proteggere i server rimasti esposti. Inoltre, molte aziende stanno implementando misure di sicurezza supplementari per prevenire futuri attacchi e garantire la protezione dei loro dati e dei loro clienti.

Questo attacco ci ricorda l'importanza di mantenere sempre i software e i sistemi di sicurezza aggiornati per proteggere i dati sensibili e prevenire futuri attacchi informatici. I mass media hanno inizialmente riportato erroneamente questo evento come un attacco hacker, ma in realtà si tratta di una vulnerabilità software.